03 nov Leonardo da Vinci e il suo rientro a Firenze del Codice Leicester
Uno dei manoscritti più celebri scritti dal fiorentino Leonardo da Vinci, definito già da vivo il Genio Universale, è tornato a Firenze per una mostra temporanea nella Sala della Magliabechiana della Galleria degli Uffizi.
Il manoscritto testimonia l’intensa e incessante ricerca condotta dal maestro “vinciano” su più rami del sapere. Al di là delle discipline più propriamente artistiche, durante tutta la sua vita Leonardo si dedicò allo studio di argomenti scientifici come l’ingegneria, la matematica, l’ottica, la geologia, l’anatomia e l’idraulica.
I risultati dei suoi affascinanti studi ci sono giunti grazie alla copiosa serie di manoscritti, ora distribuiti i vari musei del mondo, ad eccezione di Codice Hammer.
Questo, infatti, è l’unico conservato in una collezione privata.
Appartenuto al Conte Cook di Leicester dal 1717, in seguito acquisito da Armand Hammer, il Manoscritto è attualmente di proprietà di Bill Gates.
Il Codice Hammer, in particolare, raccoglie la summa delle analisi condotte dall’artista su argomenti legati all’idraulica: l’importanza dell’acqua, l’uso della sua potenza e della sua forza, così come il suo sfruttamento a beneficio della vita dell’uomo e della società.
In aggiunta ai fogli e manoscritti originali, esposti nelle vetrine di concezione ultramoderna, gli schermi interattivi permettono al vasto pubblico di visionare e sfogliare digitalmente, l’intero corpus del Codice, confrontandosi quindi con il pensiero artistico e la filosofia scientifica del grande Maestro Leonardo da Vinci.