Firenze e il suo Genius locis I

02 dic Firenze e il suo Genius locis I

Dicembre si è affacciato alle porte di Firenze.
La città si placa, ma è già pronta a rianimarsi al calore del Natale quando il flusso di gente innonderà le strade, le vie e le piazze.
In questo interregno si rivela il vero volto di Firenze e possiamo scoprire qualcosa di più intime di lei.
La bella Firenze è un intreccio ordinato di strade rustiche ed austere sulle quale, severi, proiettano le loro ombre gli imponenti edifici.
Con le loro poderose pietre grezze e irregolari, queste dimore paiono fortezze inespugnabili, chiuse da pesanti finestre inferriate e sormontate da merli medioevali o da cornicioni rinascimentali.
Si direbbero concepite più per respingere la gente che per invitarla a entrare.
È nel chiuso di questi luoghi – chiese e palazzi – che risplendono i capolavori di Ghiberti e Brunelleschi, Botticelli e Leonardo, di Donatello e Michelangelo.
È nella riservatezza di questi ambienti – chiese e palazzi – che si sono espressi i pensieri di Dante e Boccaccio, di Galileo e Macchiavelli.
Nomi di un tempo glorioso, impressi per sempre nel suolo fiorentino.
Nomi di un tempo glorioso che la brezza fa correre tra le rapide viuzze che si inerpicano appena oltre il fiume.
Seguiamo allora, costeggiando il ciglio di grigi muretti eretti tra campi di olivi e filari di cipressi.
A passi lenti ci conducono sull’altura dove possiamo respirare la quiete e riconciliarci, infine, con il genio del luogo.



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